Autore: Fabio Pansera
Essere genitore non è facile, richiede pazienza, amore, sacrificio, perseveranza, umiltà e coraggio. Il parto, con il suo semplice esistere, implica l’assunzione della responsabilità più grande, quella della vita.
Durante la crescita del figlio, il genitore è chiamato a risolvere problemi, ricercare soluzioni, progettare alternative, affrontare sfide quotidiane, sia di ordine relazione, sia educativo. Per necessità di semplificazione ho qui scelto 2, delle innumerevoli sfide, che secondo me meglio esprimono i compiti evolutivi dell’essere genitore.
Riflettiamo insieme sulla prima:
Accogliere – Lasciar andare
Numerose ricerche hanno testimoniato l’esistenza, all’interno della struttura umana di due sistemi, opposti e complementari, quello dell’attaccamento e quello dell’esplorazione. Pensiamo a un bambino piccolo seduto con la mamma in una stanza piena di giochi sparsi per tutto il pavimento: all’inizio il bambino cercherà il contatto materno e abbracciato alla mamma inizierà a guardarsi attorno circospetto, cercando di riconoscere lo spazio e gli oggetti di interesse all’interno di questo.
Quando avrà familiarizzato con l’ambiente inizierà ad allungare la mano verso il pupazzetto più vicino e con l’altra si terrà stretto alla mamma. Stanco di giocare con il primo gioco ne sceglierà un secondo, magari un pochino più lontano, magari il camioncino dei pompieri ai piedi della sedia a pochi passi da lui. Per raggiungerlo però dovrà staccarsi dalla mamma, e per pochi istanti sperimenterà il senso della solitudine, della volontà della scoperta, della curiosità, dell’esplorazione. Subito però sentirà la mancanza della mamma, la paura dell’ignoto e ricercherà il contatto materno, tornerà tra le braccia della mamma e riscoprirà l’attaccamento. Il cammino di crescita umana è segnato da queste due distinte polarità: la ricerca di nuove esperienze, il desiderio dell’ignoto (esplorazione) e il sentimento di legame, la paura dell’abbandono (attaccamento).
L’esplorazione incuriosisce, l’attaccamento rassicura. Il legame genitori-figli è quindi come una corda elastica, che unisce e collega, ma che cambia la sua forma a seconda delle esigenze del momento, a seconda dei bisogni evolutivi del figlio. Alla luce di questo dinamico legame, allora, la sfida del genitore diventa quella di accettare la momentanea necessità di allontanamento del figlio, per costruire, attraverso l’esperienza dell’autonomia il proprio cammino di sviluppo, mantenendo sempre aperta la porta dell’accoglienza, costituendo cioè sempre, per usare un linguaggio marittimo, il porto sicuro in cui ormeggiare la barca aspettando che passi la tempesta.
Continua la lettura con la seconda parte.
Fabio Pansera

Sono uno scienziato un esploratore, un muratore e un carpentiere dell’animo umano, consapevole di non essere altro che una piccola comparsa nella storia di vita dei miei assistiti ma felice di poter assolvere con professionalità e passione alla missione che dall’inizio della mia carriera mi infiamma il cuore: “ridare voce allo straordinario che è in ognuno di noi”.